EPICONDILITE

L’epicondilite, chiamata anche gomito del tennista o epicondilalgia, è una patologia che colpisce il sistema muscolo-scheletrico e provoca dolore lateralmente al gomito e lungo l’avambraccio.

Colpisce l’1-3% della popolazione ed è molto comune tra le persone di età compresa tra i 35 e i 55 anni, in particolare tra coloro che a lavoro fanno movimenti ripetitivi del braccio (idraulico, elettricista, falegname, lavori in catena di montaggio, giardinieri…) e tra chi pratica sport come tennis, badminton, baseball o nuoto. Essendo un’attività fortemente correlata al lavoro o allo sport solitamente colpisce il braccio dominante.

Il muscolo più comunemente interessato è l’estensore radiale breve del carpo a causa della sua posizione anatomica, a contatto con l’area laterale del capitello radiale, che determina una compressione di questo muscolo durante i movimenti di estensione del gomito; possono essere coinvolti anche altri muscoli dell’avambraccio come l’estensore lungo del carpo, l’estensore comune delle dita o l’estensore ulnare del carpo.

FATTORI DI RISCHIO

La tendinopatia laterale di gomito è una patologia da overuse; quindi, solitamente si sviluppa in seguito a un periodo di aumento del carico (periodo di lavoro più intenso o maggior numero di partite). Ci sono dei fattori, legati al lavoro, allo sport o allo stile di vita, che aumentano il rischio di sviluppare questa patologia:

  • Sesso femminile: le donne sono più colpite rispetto agli uomini;
  • Lavoro manuale ripetitivo per più di due ore al giorno;
  • Sport di lancio o di racchetta;
  • Fumo di sigaretta: chi fuma è maggiormente esposto allo sviluppo di tendinopatie, in quanto la matrice extra-cellulare tendinea è meno idratata;
  • Obesità: il tessuto adiposo in eccesso è un elemento pro-infiammatorio e facilita lo sviluppo di problematiche tendinee.

Oltre a invecchiamento, problemi di circolazione, deficit di forza dei muscoli estensori del polso e fattori psicologici.

DIAGNOSI E VALUTAZIONE

La diagnosi dell’epicondilite è prevalentemente clinica. Attraverso l’esame soggettivo, il fisioterapista riconosce le caratteristiche peculiari di questa problematica, per poi svolgere l’esame oggettivo e confermare la diagnosi o dirigersi verso altre ipotesi, come un interessamento del nervo radiale (con possibile origine cervicale) o altre problematiche del gomito.

I principali elementi anamnestici legati alla tendinopatia laterale di gomito sono:

  • Comparsa del dolore tra le 24 e le 72 ore dopo un’attività provocativa;
  • Dolore laterale al gomito che può irradiare lungo l’avambraccio;
  • Dolore che aumenta in attività che prevedono sollevamento o presa;
  • Modifiche recenti dell’attività: ad esempio un cambio di lavoro, di racchetta o di intensità dell’allenamento.

L’esame oggettivo si compone invece di diversi test che servono per analizzare se i sintomi derivino da quei muscoli o da altre strutture; a questo proposito sono fondamentali la valutazione del range di movimento del gomito, sia passivo che attivo, la palpazione dell’epicondilo laterale, la valutazione della forza della presa e dei muscoli estensori di polso.

La valutazione dei movimenti della zona cervicale permette di escludere o meno un eventuale coinvolgimento nervoso. Il nervo radiale parte dalle vertebre cervicali e passa molto vicino all’epicondilo laterale, può quindi essere causa dei sintomi, in particolare se il dolore è associato a formicolii e parestesie.

Da non dimenticare la valutazione della mobilità e della forza della spalla, in quanto la tendinopatia laterale di gomito è spesso associata a problematiche alla cuffia dei rotatori.

TRATTAMENTO

Il trattamento dell’epicondilite si compone principalmente di due aspetti:

  • Educazione del paziente alla problematica e conseguente modifica temporanea dei carichi;
  • Esercizio terapeutico per ridurre il dolore, aumentare la tolleranza dei muscoli e dei tendini dell’avambraccio.

L’epicondilite è una problematica tendinea, insorge in seguito a un cambiamento improvviso dei carichi, è quindi fondamentale la gestione di questi ultimi. Solitamente si riduce il carico lavorativo o sportivo per un breve periodo per poi riaumentarlo gradualmente in relazione alla diminuzione del dolore. Gli esercizi possono aiutare sia in fase acuta, riducendo l’algia, sia in fase sub-acuta per recuperare forza e mobilità, aumentando la tolleranza al carico e permettendo un recupero più veloce e completo. Oltre agli esercizi specifici sul gomito potrebbe essere utile fare esercitazioni che coinvolgano la spalla e tutto l’arto superiore in base alle caratteristiche analizzate durante la valutazione e all’attività del paziente. Nella fase finale della riabilitazione è necessario inserire esercizi sport-specifici in modo da permettere al paziente di riprendere l’attività sportiva senza limitazioni.

Pubblicato da crinic9297

Fisioterapista laureato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca nel novembre 2015.

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